Il laboratorio intende proporre una riflessione sulla possibilità di interrogarsi di fronte a emozioni forti come la rabbia, chiedendosi se ci si sente più gabbia più chiave, oppure ci si sente prima gabbia e poi, gradualmente, chiave. Riflettendo in particolare sulla rabbia, questa scaturisce dopo un tradimento , una violazione, una deprivazione, sotto forma di urlo, che lascia dentro una ferita. Poi la vita prosegue, ma quella rabbia è lì, latente, come un problema senza nome, ma c’è e può scaturire incontrollata. E’ un peso dentro che non permette di volare, e fa sentire come chiusi in gabbia. La rabbia così può diventare implosiva o esplosiva, come un fuoco che distrugge anzichè generare . Solo poter  parlare della propria rabbia, raccontarla, esprimere se stessi, può consentire di prenderci cura di questo fuoco interiore ed educarlo. Questo fuoco diverrà così una spinta creativa, imparando ad esprimere la propria parte profonda che necessità di essere espressa. Ma ci vuole tempo e silenzio per questo. Presto si arriva alla trasformazione di sè grazie a quel giro di chiave che ci porta al cambiamento.