“Pagine per la Palestina” è una proposta del metodo Diario Visivo.
Il metodo ha intrinseco un approccio partecipativo e mira a creare senso di comunità e di appartenenza, volto a rivoluzionare e a promuovere un cambiamento profondo nella didattica e nella stessa fruizione dell’arte.
Ma tale cambiamento si riflette anche sulla persona che lo pratica. Chiunque abbia avuto modo di avvicinarsi al metodo, sa che esso stesso aiuta a “cercarsi dentro”. Questo è un bisogno irrinunciabile per ognuno di noi. Ci cerchiamo per molti motivi:
- per ri-trovarci, cioè per riscoprire cose che nel tempo, e per mille motivi, abbiamo dimenticato;
- per scoprire parti di noi che sono state silenti o nascoste anche da noi stessi o da situazioni contingenti;
- per entrare in contatto con quella parte di noi che a volte diventa così esterna e lontana a noi stessi da trasformare la nostra interiorità in qualcosa di sconosciuto. A volte il nostro sguardo è così concentrato verso il fuori che arriviamo a sostituirlo con quello che gli altri (la famiglia, i colleghi di lavoro, gli amici…) mettono su di noi. Concedersi uno spazio, un tempo, un metodo per recuperare questo sguardo, è fondamentale così da affinarlo, ampliarlo, renderlo stabile in un processo di continua crescita personale.
In questo mondo, che ci vede troppo spesso smarriti, disorientati, indignati per e contro le ingiustizie, il dolore inflitto ai più fragili e deboli, le prevaricazioni dei potenti, le false narrazioni e la strumentalizzazione della vita umana a favore di un aberrante desiderio di potere, è necessario ribellarsi, dare voce ai nostri sentimenti, impegnarsi nel costruire piccole occasioni di verità, valore e umanità.
Il Diario Visivo, con le sue pagine, diventa dunque l’occasione di affrontare tematiche valoriali, sociali e politiche, quando per politica, si intende tutto ciò che riguarda la polis, cioè la città e i suoi cittadini. Ma oggi non possiamo non sentirci cittadini del mondo! Ormai siamo connessi e inter-connessi per cui ogni luogo è casa per tutti e per tutte. Quando la “nostra casa” brucia o viene distrutta, siamo tutti e tutte coinvolti.
Richard Bach nel libro “Nessun luogo è lontano” scrive: “Tutto ciò che vedi e che tocchi era una volta un’idea invisibile fino a quando qualcuno scelse di metterla in pratica. Ogni idea potente è assolutamente affascinante ed assolutamente inutile fino a quando non scegliamo di usarla.”
L’obiettivo dunque di questa proposta dal titolo “PAGINE PER LA PALESTINA” diventa chiaro e limpido. Se non siamo noi a metterci in gioco per creare qualcosa, anche piccola ma potente come possono essere le pagine di diario visivo, le nostre idee di giustizia, di bellezza, di verità, saranno inutili.
Possiamo utilizzare il metodo per promuovere il dialogo e stimolare riflessioni critiche, possiamo favorire la costruzione di un’identità collettiva attorno a un tema così importante quale l’abolizione delle guerre e del terrorismo, la condanna dei genocidi in corso, il sostegno alla convivenza pacifica tra popoli.
Attraverso l’arte possiamo attivarci come comunità e testimoniare la nostra presenza: noi ci siamo! L’arte può e deve essere strumento di mobilitazione, facendo da ponte che trascende barriere linguistiche, culturali, sociali, religiose, politiche grazie al suo linguaggio universale: quello delle immagini e delle parole.
Ogni volta che costruiamo una doppia pagina nel nostro sketchbook, in realtà non mettiamo soltanto insieme immagini e parole, ma facciamo un viaggio verso confini da superare. Perché la parola “confine” deriva dal latino “con – finis” che significa “limite”. È dunque una linea di chiusura ma significa anche, e per noi soprattutto, “vicino, confinante, simile, affine e connesso”. È una linea di contatto, di incontro, tra un qua e un là, un dentro e un fuori; linea che non esclude, ma unisce e permette la connessione tra due o più mondi.
Quando tracciamo o ci avviciniamo ad un confine, in realtà andiamo verso l’altro perché tale linea è condivisa con chi sta dall’altra parte. La stessa cosa accade dentro di noi perché c’è sempre qualcosa da scoprire quando superiamo il nostro limite e il confine che ci siamo dati o qualcuno ci ha imposto anche involontariamente. Dunque noi, che viviamo in una terra in pace, nonostante tutte le sue contraddizioni, i suoi problemi, le sue difficoltà, non dobbiamo mai disperare. Ci sembra di essere arrivati al limite della sopportazione, ai confini più lontani ma…
Ai confini dell’orrore, creato da qualunque forma di prevaricazione e crudeltà, c’è la nostra capacità di condannare.
Ai confini dello strepitìo delle armi, c’è il nostro silenzio compassionevole nei confronti di chi soffre
Ai confini della manipolazione mediatica, c’è il nostro impegno a raccontare la verità
Ai confini del dolore inflitto agli altri, ci sono le nostre lacrime come testimonianza del sentirci appartenenti ad una stessa famiglia che è quella umana
Ai confini del Mediterraneo, c’è la Palestina. A due passi da qui. Appena oltre quella linea in cui cielo e mare si uniscono a mescolare i loro azzurri.
La famiglia Diario Visivo è dunque invitata a partecipare a l’evento comunitario “PAGINE PER LA PALESTINA” per offrire il nostro sguardo sulla realtà quotidiana raccontando il nostro sentire più profondo!
Laboratorio “ PAGINE per la PALESTINA”
Inizialmente le partecipanti dovranno preparare o uno sfondo o una cornice per la doppia pagina e il materiale necessario per un’attività di scrittura creativa.
- CREAZIONE LIBERA DELLO SFONDO (acquerelli, stencil e colori a spruzzo, frottage, collage…)
- PREPARAZIONE DEL MATERIALE NECESSARIO PER IL CUT-UP (tagliare la pagina a striscioline e poi a pezzetti …)
Apri il testo cut-up - ATTIVAZIONE: visione del video con ascolto lettura dell’albo illustrato “Bi-sognerà” di Thierry Lenain e Oliver Tallec, edizione Lapis. Tale testo è stato scelto perché legato all’immagine che farà da simbolo comune a tutte le pagine dei partecipanti. È un albo bellissimo che ci permette di immergerci in un sentimento alto, potente e meraviglioso attraverso il quale guardare il mondo e le sue fragilità.
Guarda qui il video - CREAZIONE DEL TESTO POETICO attraverso la tecnica del CUT-UP (il testo può essere anche incollato su un cartoncino, su qualsiasi altro supporto o direttamente sulla propria pagina al momento opportuno)
- UTILIZZO DELL’IMMAGINE N.1 (a colori o in bianco e nero a scelta libera) dopo averla scaricata e stampata, INSERENDOLA NELLA DOPPIA PAGINA INSIEME AL CUT-UP fatto precedentemente subito dopo l’attivazione.
Apri qui l’immagine n.1 - LA DOPPIA PAGINA PUO’ ESSERE ARRICCHITA DALLA CREAZIONE DI UN RICALCO SULLA POESIA “IO CANTO” di S. Antonelli pubblicata nel libro “Detto fra noi” edizioni Era Nuova e da immagini a scelta tra quelle proposte o liberamente trovate da ogni partecipante. La tecnica di scrittura creativa del ricalco stimola e favorisce il dialogo creativo tra il testo proposto e noi stessi. Sostiene la consapevolezza emotiva ma nello stesso tempo permette di avere un supporto sul quale appoggiarsi. Il testo è stato scelto perché è una risposta “spiazzante” al dolore e ai sentimenti di rabbia e impotenza che spesso ci colgono di fronte agli orrori del mondo.
Apri il testo per il ricalco
Apri qui le immagini n.2 – n.3 – n.4 – n.5 - Condividi la tua pagina sui social con #diariovisivo #diariovisivoumbria. Di seguito puoi osservare le doppie pagine delle persone che hanno lavorato alla nostra “call to action” e inviato le immagini entro il 7 settembre 2025. Grazie a tutti per aver partecipato!





































Bellissimo! Grazie
Grazie Sabina & Giulia!