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Uscire dal recinto

Oggi vi racconto di Y. anche se non ho il suo disegno da mostrarvi, ma questa storia è troppo bella. Quest’anno ho ereditato una classe seconda che non ho avuto […]
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Scritto da Federica Ciribì

Sono Architetto e Dottore di ricerca in Recupero Edilizio ed Ambientale. Sono abilitata all’insegnamento di “Arte e Immagine” e di “Disegno e Storia dell’Arte” presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e all’insegnamento di “Costruzioni, tecnologia delle costruzioni e disegno tecnico” presso l’Università degli Studi di Pisa.

Pubblicato il 3 Aprile 2021

Oggi vi racconto di Y. anche se non ho il suo disegno da mostrarvi, ma questa storia è troppo bella. Quest’anno ho ereditato una classe seconda che non ho avuto la fortuna di avere lo scorso anno. La collega che mi ha preceduto li ha inquadrati in un recinto molto stretto ed accademico. Io quest’anno sono arrivata e gli ho detto che bisognava cambiare strategia. Y. è arrivato quest’anno a Finale, quindi mi ha detto che lui comunque sarebbe partito da zero. A vederlo Y. non mi ispirava molta fiducia. A dire il vero ero un po’ preoccupata. Y. è un ragazzo di quelli che crescono in maniera troppo veloce. Il risultato è un’altezza eccessiva in un corpo un po’ sgraziato, con movimenti scoordinati dovuti alla necessità di un riassetto nella gestione delle propri membra (diconsi problemi di propriocezione). Insomma Y. è fortissimo ❤ un adolescente d.o.c.
I primi tre mesi trascorsi nella classe sono stati all’insegna di “lasciate le briglie, guardatevi in giro, non c’è un solo modo di colorare il cielo, non c’è un solo modo di usare la matita… eccetera… eccetera.“. La classe sempre rigida sulle posizioni accademiche. E io sempre: “superate gli accademismi, guardate questo, guardate quello, sperimentate…“.
E Y. sempre a guardarci e a studiarci. A guardare cosa fanno i compagni, ad ascoltare cosa dico io. Poi arriva il giorno. Il giorno di Y.
Porta il Diario Visivo a casa e ritorna coi suoi disegni. Fatti alla Y. Anzi…fatti “come ha detto lei prof.” – “Io non ti ho detto questo Y.” – “Io ho capito così prof.
Insomma arriva il giorno in cui Y. mi presenta la sua chiesa romanica disegnata su uno sfondo collage di icone medioevali (al posto del cielo) e una chiesa gotica appesa al contrario alle nuvole. Bellissimi. “Mi sono divertito prof.“. “Sei stato bravissimo Y. Mostra i tuoi disegni ai compagni in modo che prendano fiducia di potercela fare, di poter dire la loro come hai fatto tu“.
E così è stato. Oggi c’è stata grande ricchezza di idee, superamento di stereotipi senza dover essere Caravaggio, amicizia, risate, sperimentazioni, libertà di espressione. Oggi abbiamo fatto laboratorio per davvero. Io mi sono sentita arricchita. Loro erano soddisfatti e divertiti.
Sono tornata a casa e ho pensato a Leopardi e alla luna. E a tutti quelli che hanno appeso la casa al cielo. E mi ha pervaso questo senso di appartenere al mondo, io, come loro, come Leopardi. E niente, credo che arte sia questo. E mi piace condividerlo.

Buona serata a tutti.

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