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Atti del Convegno “La ricerca educativa nella formazione degli insegnanti”

Il metodo Diario Visivo® Arte ed Immagine è senza dubbio la disciplina che disattende maggiormente le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.  […]

Scritto da Federica Ciribì

Sono Architetto e Dottore di ricerca in Recupero Edilizio ed Ambientale. Sono abilitata all’insegnamento di “Arte e Immagine” e di “Disegno e Storia dell’Arte” presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e all’insegnamento di “Costruzioni, tecnologia delle costruzioni e disegno tecnico” presso l’Università degli Studi di Pisa.

Pubblicato il 25 Ottobre 2022

Il metodo Diario Visivo®

Arte ed Immagine è senza dubbio la disciplina che disattende maggiormente le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.  Ed è paradossale a pensarci bene, considerando che l’arte é non solo una disciplina trasversale ma che lascia agli insegnanti la possibilità di progettare laboratori altamente inclusivi e che possono diventare significativi nella crescita del bambino. Per certi versi sembra che insegnanti e libri di testo siano ancorati ad un’idea di didattica dell’arte di stampo a tutt’oggi accademico, dove non è importante educare quanto prioritariamente insegnare. Per questa ragione da alcuni anni, dopo un confronto con altre discipline, ho avvertito la necessità di portare avanti un progetto di ricerca e sperimentazione nella Scuola Secondaria di Primo Grado che è diventato quello che io chiamo “Metodo Diario Visivo”.

L’accezione “Diario Visivo”, mutuata dall’arteterapia in generale e da Kathy Malchiodi in particolare, indica la prassi di realizzare elaborati artistici ad alto contenuto autobiografico su un grande quadernone con pagine bianche.

Di per sé Diario Visivo non introduce nessuna novità particolare nell’ambito della didattica poichè si fonda principalmente sul comportamento strategico che l’insegnante deve adottare in classe, come auspicato in tanti manuali di settore. La novità è stata semmai introdurre tale comportamento strategico nella disciplina “Arte e Immagine” e impostare le lezioni:

  • esplicitando gli obiettivi;
  • illustrando i contenuti di ogni fase dell’attività;
  • spiegando i mezzi (materiali) a disposizione;
  • riducendo al minimo il dispendio di energie fisiche ed emotive per i partecipanti (cosa che può essere fatta solo pianificando con attenzione i punti precedenti).

E oltre a ciò prevedere laboratori in cui:

  • tutti gli allievi siano protagonisti e abbiano un ruolo attivo;
  • gli alunni debbano affrontare situazioni nuove via via più complesse;
  • le attività possano essere svolte in autonomia o col tutoraggio tra pari;
  • siano chiari all’insegnante i processi di pensiero richiesti per lo svolgimento del laboratorio;
  • siano definiti dall’insegnante i tipi di conoscenza su cui lavorano suddetti processi di pensiero;
  • sia previsto un momento di autovalutazione.

In quanto “metodo”, Diario Visivo ha finalità e obiettivi. Le finalità del metodo sono trasversali e riguardano risultati complessivi, somma di diversi interventi, progettati per accompagnare il ragazzo nel proprio percorso di crescita e cambiamento e riguardano il benessere, la consapevolezza di sé, la scoperta e l’utilizzo dei propri talenti (per nominare i principali). Tali interventi non sono occasionali, nè sporadici ma costituiscono il tessuto fondante del metodo.

Gli obiettivi sono quelli esplicitati ai discenti e riguardano i cosiddetti comportamenti terminali attesi nel soggetto.

Come ogni altro metodo, Diario Visivo si avvale di una serie di “strumenti” pensati per il raggiungimento degli obiettivi e per la stimolazione del pensiero creativo. Il fondamento teorico del metodo Diario Visivo, infatti, poggia sulla convinzione che tutti gli esseri umani siano dotati di creatività e che sia necessario aumentare gli stimoli visivi per favorire nuove connessioni tra conoscenze pregresse ed esperienze in atto, al fine di allargare gli orizzonti, superare i propri limiti e innescare positivi e consapevoli processi di cambiamento. 

Gli stimoli visivi sono fondamentali in tutti i percorsi di crescita: quello visivo è il linguaggio più arcano, quello che, se siamo fortunati, ci appartiene per primo e per tutta la vita. Sia Sigmund Freud che più recentemente Edward De Bono, Antony Brandt e David Eagleman hanno evidenziato questo passaggio nei loro scritti. 

Aumentando gli stimoli visivi si favorisce l’educazione alla bellezza: quest’ultima non corrisponde soltanto all’allenamento nel riconoscimento di cose e oggetti belli o che percepiamo piacevoli, non significa necessariamente insegnare a formulare una scala di valori e una gerarchia di giudizi, ma significa piuttosto educare alla sperimentazione di una dinamica personale che dalla percezione conduca all’interpretazione, all’elaborazione e alla comunicazione del proprio pensiero. Significa indurre la meraviglia, che è la base dell’apprendimento, favorire la riflessione sul sé e di conseguenza la formazione consapevole della propria identità. Significa educare al riconoscimento del sé all’interno del proprio elaborato artistico. 

La didattica dell’arte col metodo Diario Visivo presuppone una serie di prassi operative da svolgere con un determinato ordine. 

Tali interventi sono progettati in modo da:

  • far provare qualcosa di nuovo; 
  • spingere gli allievi oltre i propri limiti; 
  • comunicare fiducia;
  • sospendere il giudizio;
  • educare al rinforzo positivo del pari;
  • stimolare la cooperazione e il tutoraggio tra pari.

I primi laboratori partono dalla lettura ad alta voce di albi illustrati

Gli allievi sono invogliati a confrontarsi con i personaggi dei racconti, prendendo le distanze o cercando affinità. Li si invita quindi alla trascrizione delle parti di albo ritenute significative per giustificare le proprie posizioni: in questo modo si favorisce lo sviluppo del linguaggio, principale strumento del pensiero. Si passa infine alla produzione grafica che trae ispirazione dai disegni del libro. 

Procedendo per gradi di complessità, vengono via via presentate tematiche legate alla storia dell’arte, scelte sempre con l’obiettivo di mantenere viva la curiosità e favorire la scoperta dell’io. I temi introdotti sono pensati per consentire il dialogo tra le discipline, introdurre argomenti di educazione civica e facilitare lo sviluppo delle competenze emotive.

Ogni elaborato contiene sempre una parte scritta e una disegnata. L’integrazione di segno e parola è il tratto distintivo del metodo. Così facendo gli allievi hanno un doppio canale di comunicazione, rappresentano in maniera visiva il proprio percorso di apprendimento e hanno maggiore facilità nella memorizzazione dei contenuti, anche a lungo termine. Da parte sua l’insegnante è in grado di individualizzare la didattica, lavora stimolando negli allievi l’associazione di immagini mentali e concetti e li accompagna nell’elaborazione delle loro rappresentazioni non linguistiche.

Il Metodo Diario Visivo viene diffuso attraverso l’omonimo sito, un canale YouTube dedicato e corsi di formazione che ad oggi hanno raggiunto numerosi insegnanti ed educatori in tutta Italia. Le “buone pratiche” promosse vengono sperimentate in prima persona dagli adulti durante i corsi affinché l’esperienza proposta in classe sia frutto dell’esperienza vissuta dall’insegnante in prima persona. Questo cambiamento di paradigma si sta dimostrando un valido strumento per l’inclusione, il coinvolgimento e la motivazione degli allievi. 

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Grazie a Miriam Paternoster per aver condiviso il suo laboratorio Diario Visivo!

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