Michelangelo Merisi fu a tutti gli effetti quello che oggi chiameremmo โimmigratoโ. Il suo soprannome, Caravaggio, altro non era che il nome del paese lombardo, oggi in provincia di Bergamo, dove lโartista era cresciuto.
Iniziarono a chiamarlo cosรฌ quando giunse a Roma per tentare la carriera di pittore: poichรฉ di Michelangelo ce n’era giร stato uno, lui divenne โCaravaggioโ. Non gli piaceva questo appellativo e non tanto perchรฉ gli ricordava le sue origini quanto piuttosto perchรฉ era stato inizialmente utilizzato per mettere una distanza tra lui e gli altri artisti attivi a Roma, per dire che lui era un forestiero.
Era nato a Milano il 29 settembre 1571.
Aveva il dono della pittura e decise di fare lโartista quando era ancora giovanissimo: accadde il giorno che accompagnรฒ suo padre in un sopralluogo di lavoro ed ebbe la possibilitร di ammirare il Cenacolo di Leonardo. Fu lรฌ, di fronte a quellโopera che ancora oggi affascina chiunque possa avvicinarsi a lei, che capรฌ che avrebbe voluto diventare un mago del colore e rendere parlanti le immagini.
Fonti storiche pongono lโarrivo di Caravaggio nella capitale nel 1594. Il giovane vi giunse con poco denaro, una spada ereditata dal nonno e un foglietto col nome di un prete, Pandolfo Pucci da Recanati, lโuomo che in teoria avrebbe dovuto introdurlo nel mondo dellโarte. I soldi finirono presto, il sacerdote si rivelรฒ una persona avara e opportunista (tanto che Michelangelo prese a chiamarlo โmonsignor Insalataโ, perchรฉ lโinsalata era lโunico alimento che gli forniva) e solo la spada gli permise di guadagnarsi qualcosa per cui era valsa la pena aver fatto tanta strada, lโamicizia di Mario Minniti, un giovane apprendista pittore come lui. Caravaggio aiutรฒ Mario e il suo maestro a difendersi dalla minaccia di alcuni artisti ed in cambio ricevette ospitalitร e un impiego. Il mercato dellโarte era spietato e la competizione tra le botteghe serrata ma a Michelangelo bastรฒ mostrare la spada per guadagnarsi la fiducia di Mario e di Lorenzo Siciliano. Questi era un modesto pittore di figure sacre che aveva una numerosa clientela di persone non molto facoltose ma credenti e ambiziose, disposte a spendere i propri risparmi per avere unโimmagine alla quale rivolgere le proprie preghiere. Lorenzo non aveva molto da insegnare a Caravaggio ma gli permise di entrare in contatto con artisti di chiara fama, come Giuseppe Cesari, meglio noto come Cavalier dโArpino. Questi capรฌ presto il talento del ragazzo, lo mise a bottega facendolo lavorare sodo ma pagandolo pochissimo e ben presto, temendo che il talento del lombardo offuscasse la propria fama, si impossessรฒ di tutti i suoi lavori e lo cacciรฒ dalla propria casa.
Tra le opere che dipinse in questo periodo, il celebre Ragazzo morso da un ramarro, forse un ritratto del suo amico Mario Minniti.

Lโincontro determinante per la carriera di Caravaggio fu quello con il cardinale Francesco Maria del Monte. Fu la sorte a metterli sulla stessa strada: il religioso infatti passรฒ davanti al negozio che esponeva i quadri dellโartista e decise di acquistarli e di invitarlo a vivere e lavorare presso la propria dimora. Si trattava di due scene di strada molto particolari che rappresentano la svolta realista dellโartista.. Ne โI bariโ รจ inscenata una truffa allโinterno di unโosteria. Ne La buona ventura รจ raffigurata una zingara nellโatto di leggere il futuro nella mano di un cliente e rubargli un anello. Nessuno prima di Caravaggio aveva dato dignitร a scene di vita come queste. Nessuno aveva saputo dare ai volti espressioni tanto vive e autentiche.


ร facile supporre che il pittore abbia tratto queste storie dallโambiente in cui viveva, nel cuore del centro storico di Roma, un ambiente pieno di insidie per un giovane col suo temperamento. Michelangelo non era estraneo nรฉ agli scherzi, nรฉ alle risse. Come dโuso allโepoca, lasciava biglietti canzonatori e denigratori sulla statua di Pasquino che lui ben conosceva perchรฉ era stata suo giaciglio e suo rifugio, appena giunto in cittร . Aveva cosรฌ imparato che se si aveva qualche denuncia da fare ma si temevano ritorsioni, si poteva lasciare nottetempo un biglietto anonimo attaccato a Pasquino, denunciando il fatto. Questa scultura prendeva il nome dal proprietario di unโosteria lรฌ vicino, un tipo brontolone che si lamentava sempre di tutti: era di origine ellenistica, mutilata in tutti e quattro gli arti. Per uno dei biglietti che attaccรฒ alla statua, Caravaggio una giorno finรฌ in prigione. Questa come altre volte fu Cardinale del Monte a salvarlo.

E fu sempre il Cardinale a farlo incaricare delle opere per cui divenne celeberrimo: le tre tele presso San Luigi dei Francesi che raccontano la vita di San Matteo.

Nonostante la fama crescente, Michelangelo fu vittima del suo temperamento e finรฌ per essere coinvolto in una rissa durante la quale ci scappรฒ un morto. Perseguitato dalla giustizia, fuggรฌ da Roma e non riuscรฌ mai piรน a farci ritorno. Morรฌ in circostanze misteriose, probabilmente a Porto Ercole nel luglio del 1610 mentre cercava di rientrare nella capitale dopo avere ottenuto la grazia dal Papa e avere scontato un periodo di esilio allโestero.
Nel periodo lontano dalla cittร eterna viaggio a lungo tra Napoli, Genova, arrivando perfino a Malta dove fu nominato Cavaliere. Ancora oggi nelle cittร che visitรฒ sono conservati preziosi capolavori, divenuti simbolo del suo passaggio e meta di turisti da tutto il mondo.
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