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Essere (di) Caravaggio.

Michelangelo Merisi fu a tutti gli effetti quello che oggi chiameremmo โ€œimmigratoโ€. Il suo soprannome, Caravaggio, altro non era che il nome del paese lombardo, oggi in provincia di Bergamo, […]

Scritto da Federica Ciribรฌ

Sono Architetto e Dottore di ricerca in Recupero Edilizio ed Ambientale. Sono abilitata allโ€™insegnamento di โ€œArte e Immagineโ€ e di โ€œDisegno e Storia dellโ€™Arteโ€ presso lโ€™Accademia di Belle Arti di Brera e allโ€™insegnamento di โ€œCostruzioni, tecnologia delle costruzioni e disegno tecnicoโ€ presso lโ€™Universitร  degli Studi di Pisa.
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Pubblicato il 29 Settembre 2023

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Michelangelo Merisi fu a tutti gli effetti quello che oggi chiameremmo โ€œimmigratoโ€. Il suo soprannome, Caravaggio, altro non era che il nome del paese lombardo, oggi in provincia di Bergamo, dove lโ€™artista era cresciuto.
Iniziarono a chiamarlo cosรฌ quando giunse a Roma per tentare la carriera di pittore: poichรฉ di Michelangelo ce n’era giร  stato uno, lui divenne โ€œCaravaggioโ€. Non gli piaceva questo appellativo e non tanto perchรฉ gli ricordava le sue origini quanto piuttosto perchรฉ era stato inizialmente utilizzato per mettere una distanza tra lui e gli altri artisti attivi a Roma, per dire che lui era un forestiero.

Era nato a Milano il 29 settembre 1571.

Aveva il dono della pittura e decise di fare lโ€™artista quando era ancora giovanissimo: accadde il giorno che accompagnรฒ suo padre in un sopralluogo di lavoro ed ebbe la possibilitร  di ammirare il Cenacolo di Leonardo. Fu lรฌ, di fronte a quellโ€™opera che ancora oggi affascina chiunque possa avvicinarsi a lei, che capรฌ che avrebbe voluto diventare un mago del colore e rendere parlanti le immagini.

Fonti storiche pongono lโ€™arrivo di Caravaggio nella capitale nel 1594. Il giovane vi giunse con poco denaro, una spada ereditata dal nonno e un foglietto col nome di un prete, Pandolfo Pucci da Recanati, lโ€™uomo che in teoria avrebbe dovuto introdurlo nel mondo dellโ€™arte. I soldi finirono presto, il sacerdote si rivelรฒ una persona avara e opportunista (tanto che Michelangelo prese a chiamarlo โ€œmonsignor Insalataโ€, perchรฉ lโ€™insalata era lโ€™unico alimento che gli forniva) e solo la spada gli permise di guadagnarsi qualcosa per cui era valsa la pena aver fatto tanta strada, lโ€™amicizia di Mario Minniti, un giovane apprendista pittore come lui. Caravaggio aiutรฒ Mario e il suo maestro a difendersi dalla minaccia di alcuni artisti ed in cambio ricevette ospitalitร  e un impiego. Il mercato dellโ€™arte era spietato e la competizione tra le botteghe serrata ma a Michelangelo bastรฒ mostrare la spada per guadagnarsi la fiducia di Mario e di Lorenzo Siciliano. Questi era un modesto pittore di figure sacre che aveva una numerosa clientela di persone non molto facoltose ma credenti e ambiziose, disposte a spendere i propri risparmi per avere unโ€™immagine alla quale rivolgere le proprie preghiere. Lorenzo non aveva molto da insegnare a Caravaggio ma gli permise di entrare in contatto con artisti di chiara fama, come Giuseppe Cesari, meglio noto come Cavalier dโ€™Arpino. Questi capรฌ presto il talento del ragazzo, lo mise a bottega facendolo lavorare sodo ma pagandolo pochissimo e ben presto, temendo che il talento del lombardo offuscasse la propria fama, si impossessรฒ di tutti i suoi lavori e lo cacciรฒ dalla propria casa. 
Tra le opere che dipinse in questo periodo, il celebre Ragazzo morso da un ramarro, forse un ritratto del suo amico Mario Minniti.

Caravaggio, Ragazzo morso da un ramarro, 1596 ca, olio su tela, Firenze, Fondazione Longhi

Lโ€™incontro determinante per la carriera di Caravaggio fu quello con il cardinale Francesco Maria del Monte. Fu la sorte a metterli sulla stessa strada: il religioso infatti passรฒ davanti al negozio che esponeva i quadri dellโ€™artista e decise di acquistarli e di invitarlo a vivere e lavorare presso la propria dimora. Si trattava di due scene di strada molto particolari che rappresentano la svolta realista dellโ€™artista.. Ne โ€œI bariโ€ รจ inscenata una truffa allโ€™interno di unโ€™osteria. Ne La buona ventura รจ raffigurata una zingara nellโ€™atto di leggere il futuro nella mano di un cliente e rubargli un anello. Nessuno prima di Caravaggio aveva dato dignitร  a scene di vita come queste. Nessuno aveva saputo dare ai volti espressioni tanto vive e autentiche.

Caravaggio, La buona ventura, 1596 ca, olio su tela, Roma, Pinacoteca Capitolina
Caravaggio, I bari, 1596 ca, olio su tela, Forth Worth (Texas), Kimbell Art Museum

ร‰ facile supporre che il pittore abbia tratto queste storie dallโ€™ambiente in cui viveva, nel cuore del centro storico di Roma, un ambiente pieno di insidie per un giovane col suo temperamento. Michelangelo non era estraneo nรฉ agli scherzi, nรฉ alle risse. Come dโ€™uso allโ€™epoca, lasciava biglietti canzonatori e denigratori sulla statua di Pasquino che lui ben conosceva perchรฉ era stata suo giaciglio e suo rifugio, appena giunto in cittร . Aveva cosรฌ imparato che se si aveva qualche denuncia da fare ma si temevano ritorsioni, si poteva lasciare nottetempo un biglietto anonimo attaccato a Pasquino, denunciando il fatto. Questa scultura prendeva il nome dal proprietario di unโ€™osteria lรฌ vicino, un tipo brontolone che si lamentava sempre di tutti: era di origine ellenistica, mutilata in tutti e quattro gli arti. Per uno dei biglietti che attaccรฒ alla statua, Caravaggio una giorno finรฌ in prigione. Questa come altre volte fu Cardinale del Monte a salvarlo.

Statua di Pasquino, Piazza Pasquino, Roma

E fu sempre il Cardinale a farlo incaricare delle opere per cui divenne celeberrimo: le tre tele presso San Luigi dei Francesi che raccontano la vita di San Matteo. 

Caravaggio, Vocazione di San Matteo, 1599, olio su tela, Roma, Basilica di san Luigi dei Francesi

Nonostante la fama crescente, Michelangelo fu vittima del suo temperamento e finรฌ per essere coinvolto in una rissa durante la quale ci scappรฒ un morto. Perseguitato dalla giustizia, fuggรฌ da Roma e non riuscรฌ mai piรน a farci ritorno. Morรฌ in circostanze misteriose, probabilmente a Porto Ercole nel luglio del 1610 mentre cercava di rientrare nella capitale dopo avere ottenuto la grazia dal Papa e avere scontato un periodo di esilio allโ€™estero.
Nel periodo lontano dalla cittร  eterna viaggio a lungo tra Napoli, Genova, arrivando perfino a Malta dove fu nominato Cavaliere. Ancora oggi nelle cittร  che visitรฒ sono conservati preziosi capolavori, divenuti simbolo del suo passaggio e meta di turisti da tutto il mondo.

Parole chiave

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