Quest’anno sto proponendo nelle mie classi un laboratorio in verticale, ossia lo stesso laboratorio dalla prima alla terza della Scuola Secondaria di Primo Grado, avente come tema la psicologia dell’immagine riflessa.
Un tema assai spinoso per tutti e decisamente delicato e complesso per gli adolescenti.
Il percorso è scaturito dalla necessità di predisporre un intervento di Arte e Immagine sul tema dell’acqua, tema previsto quest’anno per l’U.D.A. d’Istituto.
L’argomento poteva essere trattato in mille modi diversi, essendo l’acqua un soggetto importante in pittura.
Diario Visivo però è un metodo e si prefigge obiettivi che provano a travalicare la conoscenza di un artista, la sperimentazione della singola tecnica o l’apprendimento di un determinato contenuto storico: tutto questo serve, viene fatto, ma è necessario nella misura in cui possa aiutarci a definire meglio chi siamo e dove vogliamo andare.
Da questa necessità che non è tanto un obiettivo di apprendimento fine a sé stesso e limitato nel tempo quanto piuttosto una finalità del percorso triennale, è nato questo percorso che condivido con voi oggi.
Per contestualizzare l’intervento nelle diverse classi, il percorso inizia presentando tre opere d’arte differenti, incentrate non sul tema dell’acqua quanto piuttosto sulla questione dell’immagine riflessa e quindi sulla storia di Narciso.
La spiegazione delle opere, oltre all’analisi più “tecnica” delle stesse, deve prevedere la narrazione del racconto mitologico. Per seguire un testo completo e adeguato, vi consiglio un confronto con i colleghi di lettere: sicuramente i testi di epica presenti nei libri in adozione possono aiutarci.
Un buon testo di riferimento è: F. Palazzi, I miti degli dèi e degli eroi, Torino, Loescher, 1988. Parte di questo testo si trova nei volumi di epica: ad es. in E. Lavazza, M. Acanfora, S. Fraboni, A. Jacod, Millestorie. Mito ed epica. Storia dal Medioevo al Rinascimento, Lattes.
Per quanto riguarda le opere, io mi muovo così.
In prima presento l’affresco “Narciso” del I sec.d.C., conservato nella Casa di Marco Lucrezio Frontone a Pompei. L’intervento si può quindi inserire in occasione delle lezioni sul Terzo Stile Pittorico: la casa mostra tra le più pregiate architetture dipinte di Pompei.

In seconda illustro il “Narciso” di Benvenuto Cellini, del 1548-1565,conservato a Firenze al Museo Nazionale del Bargello. La lezione si inserisce quindi facilmente all’interno delle lezioni sul tardo Rinascimento/Manierismo, consentendo un approfondimento sui temi mitologici, soggetto frequente nell’autore.

In terza presento la Metamorfosi di Narciso di Salvador Dalì, del 1937, conservata alla Tate Gallery di Londra. Si tratta di un’opera complessa, ad alto valore simbolico, che permette di spiegare l’approccio surrealista di Dalì.

Questa parte si può concludere facendo compilare un organizzatore grafico tipo questo allegato. Consiglio di introdurre sempre, in laboratori di questo tipo, un momento di riflessione e metacognizione perché oltre chiudere questo primo momento del laboratorio, favorisce l’immersione nella prossima fase.
Non è necessario stampare questi organizzatori grafici: vi consiglio di farlo solo con i ragazzi che necessitano di misure dispensative. Io proietto gli organizzatori grafici alla LIM e consegno solo la stampa dell’opera d’arte. Poi i ragazzi raccolgono i contenuti nella pagina a loro piacere.



La seconda parte del laboratorio è descritta nel video allegato e si basa sulla lettura dell’albo illustrato: S. Doustar, D. Tieni, C’era una volta in Persia, adattamento di G. Zoboli, Topipittori.
In questo albo si racconta la storia di una ragazza che, come Narciso, non aveva mai visto la sua immagine riflessa. La giovane però, a differenza del bel greco, vedendosi finalmente allo specchio, non si riconosce, ha paura e invece che continuare a guardarsi, scappa. L’acme del racconto è il passaggio in cui la ragazza dice al suo futuro sposo che è con lei di fronte allo specchio: “Io ho un’altra forma”. Lui le domanda: “E quale?”. E lei inizia un elenco molto suggestivo di elementi naturali e di loro caratteristiche che la descrivono: io ho “La forma dell’acqua del lago. La forma del sole quando sorge e tramonta. La forma della luna quando è una luna piena. E quando è una mezzaluna. La forma del vento quando è veloce e quando cade. Ho la forma del cielo, quando è pieno di stelle, quando è nuvoloso e quando piove…”.
Il laboratorio si basa sulla possibilità di attivare nei ragazzi una riflessione profonda su ciò che siamo indipendentemente da come appariamo, tanto a noi stessi quanto agli altri. Un lavoro come questo offre la possibilità di aprire un dibattito e concede una possibilità di confronto tra gli allievi, all’interno dello spazio protetto della classe.
La parte di scrittura abbinata a questo laboratorio può essere un ricalco del testo dell’albo. Dietro lo specchio che i ragazzi sono invitati a realizzare sul proprio Diario Visivo, potranno costruire un collage ad illustrazione di questo ricalco.
Ho sperimentato su di me questo laboratorio, come faccio sempre prima di proporlo ad altri. Mi ha fatto stare bene leggere l’albo e mi ha fatto molto bene cercare dentro di me quello che la ragazza del racconto ha saputo trovare dentro di sé. Troppo poco riflettiamo sulla ricchezza che nascondiamo, al di là delle nostre apparenze.
Prima di salutarvi vi lascio con questa poesia di Alda Merini, che nasceva oggi 21 marzo, 92 anni fa. È tratta da Vuoto d’amore, Einaudi 1991.
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
Molto bello questo laboratorio, e impegnativo, me lo tengo di riserva, un giorno… Ho provato a scaricare gli organizzatori grafici ma “Pompei” mi dà “Dalì”, vi risulta? Gratitudine e abbracci
Ciao Amelia…ci sta che li abbiamo nominati sbagliati! Grazie per averci avvisati, controlliamo!
Ah no…abbiamo sbagliato a caricare…rimediamo!
Siete bravissimi
Grazie Elisabetta, il tuo complimento è per me un necessario rinforzo positivo che mi spinge a continuare!
Lavoro ben fatto