Matilde di Canossa e la via Matildica

Compito di realtà Purtroppo accade spesso che sia il tempo il miglior consigliere e che solo a posteriori gli uomini si accorgano dell’eccezionalità di persone che sono vissute al loro […]

Scritto da Federica Ciribì

Sono Architetto e Dottore di ricerca in Recupero Edilizio ed Ambientale. Sono abilitata all’insegnamento di “Arte e Immagine” e di “Disegno e Storia dell’Arte” presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e all’insegnamento di “Costruzioni, tecnologia delle costruzioni e disegno tecnico” presso l’Università degli Studi di Pisa.

Pubblicato il 26 Febbraio 2023

Compito di realtà

Purtroppo accade spesso che sia il tempo il miglior consigliere e che solo a posteriori gli uomini si accorgano dell’eccezionalità di persone che sono vissute al loro fianco.  Accade cioè che mentre le persone sono attorno a noi e dividono con noi il loro tempo e il nostro spazio, non ci accorgiamo di quanto siano speciali. Questo è avvenuto a numerosi artisti: di sovente essi sono valutati e apprezzati soltanto dopo la morte, Van Gogh e Gauguin sono due celebri esempi. 

A Matilde di Canossa però, questo non accadde per fortuna, la sua eccezionalità era ben chiara ai contemporanei. 

Matilde nacque nel marzo del 1046, figlia di Beatrice, duchessa delle Ardenne e di Lotaringia, e di Bonifacio III degli Attonidi di Toscana. Suo padre era il più potente feudatario d’Europa: il suo stato, con capitale Mantova, si estendeva per tutta Italia e anche oltre le Alpi.

Da sinistra a destra: Beatrice, Matilde e Bonifacio, dal ms. Vat. lat. 4922, ff. 30v, 7v, 28v

Matilde aveva due fratelli, Federico, l’erede, e Beatrice, ma entrambi morirono misteriosamente in giovane età, poco dopo loro padre, temuto e odiato tiranno che manteneva il potere con metodi intimidatori e violenti. Bonifacio III fu assassinato durante una battuta di caccia, trafitto da un misterioso assassino con una freccia avvelenata.

Fu così che Matilde rimase sola con la mamma a governare il feudo sconfinato. Beatrice, intimorita dalle responsabilità, decise di risposarsi e scelse come compagno suo cugino Goffredo III di Lorena: questi aveva un figlio e quando fu il momento, Matilde fu spinta a sposarlo, rinsaldando così il potere del Casato.

Il figlio di Goffredo III si chiamava Goffredo IV ed era detto “il Gobbo”, per una deformazione alla schiena. Era un giovane rozzo e ignorante e Matilde lo disprezzava. Lei era cresciuta in un ambiente colto e raffinato, parlava più lingue e amava la letteratura. Aveva una biblioteca ricchissima e coltivava un’autentica passione per le miniature, come dimostrano le immagini che raffigurano lei e la sua famiglia e che sono allegate a questo racconto, derivanti da testi che le appartenevano.

Dal suo matrimonio con Goffredo IV nacque una bimba che morì poco dopo il parto. Questo evento fu per lei un segno e la convinse a lasciare il marito, con il quale viveva in Lorena. Tornò dalla madre a Mantova.

Nel 1076 Beatrice morì e Matilde rimase da sola a governare il regno. Grazie alla sua intelligenza, forza di volontà e grande fede, fu un’ottima amministratrice. E grazie alla sua sensibilità e altruismo, iniziò a dedicarsi alla costruzione di conventi, abbazie, pievi, ospedali per gli appestati e ospizi per pellegrini e viandanti. Molti di questi edifici esistono ancora oggi e alcuni sono disposti lungo quella che viene chiamata “via Matildica”.

Il suo amore per il prossimo attirò l’attenzione di papa Gregorio VII, con il quale strinse una salda amicizia e proficua collaborazione. Questa relazione non era ben vista dall’imperatore Enrico IV, cugino di Matilde, e i due furono imputati di avere una relazione. Questa accusa puntava a screditare il papa in quella che passerà alla storia come “lotta delle investiture”. Enrico IV non accettava di lasciarsi manovrare dal papa al quale spettava non solo la nomina dei vescovi ma anche e soprattutto l’investitura dell’imperatore e la possibilità di destituirlo dall’incarico.

Nella diatriba tra Gregorio VII e Enrico IV, Matilde giocò un ruolo di grande importanza perché seppe fare da mediatrice riportando la pace tra i due. Il luogo delle contrattazioni fu proprio il Castello di Canossa. La tregua fu breve e Enrico IV tornò all’attacco nel 1080 facendo deporre papa Urbano VII e nominando l’antipapa Clemente III. Matilde si schierò dalla parte del papa e Enrico IV scese col suo esercito in Italia mettendo a ferro e fuoco i villaggi del feudo di Matilde. La donna si mise a capo di un manipolo di vassalli e seppe respingere l’attacco di suo cugino che fu costretto a ritirarsi. Per ringraziare Dio di essere stato al suo fianco Matilde fece costruire l’abbazia di Marola, ancora esistente e che costituisce un prezioso esempio di architettura romanica.

Matilde morì a luglio del 1115 e per sua volontà fu sepolta nel monastero di San Benedetto in Polirone. La sua forza, la sua fede, la sua generosità furono sempre sotto gli occhi di tutti e lei fu amata e rispettata dal suo popolo.

Nel 1637 papa Urbano VIII decise di spostare la sua salma nella Basilica di San Pietro a Roma. Possiamo dire che sia stata una mossa propagandistica, in un periodo in cui la Chiesa Cattolica aveva bisogno di celebrare e far conoscere i più grandi esempi di fede della storia cristiana. Non è un caso dunque se per il monumento funebre  di Matilde, Urbano VIII scelse l’artista che era più in voga all’epoca e a cui aveva affidato anche la realizzazione del grandioso Baldacchino: Gianlorenzo Bernini

Gian Lorenzo Bernini, Monumento funebre a Matilde di Canossa, 1633-1634, Basilica di San Pietro, Roma

Ora conosci la storia del Regno di Canossa. Scarica il gioco allegato, leggi le istruzioni e mettiti alla prova con questo compito di realtà. Trova sulla carta i luoghi di Matilde, abbina le immagini corrette e rinforza i tuoi apprendimenti e le tue competenze trasversali. Buon lavoro!

3 Commenti

  1. Debora

    Grazie mille per la condivisione!

    Rispondi
  2. Anceschi Simona
  3. Francesca Greco

    Grazie

    Rispondi

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Quelle come me

Quelle come me

" (...) Quelle come me guardano avanti,anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.Quelle come me cercano...

Diario Visivo® 2023© Vietata la copia

Iscriviti alla Newsletter

Unisciti alla nostra mailing list per ricevere le ultime novità e gli aggiornamenti sui laboratori di Diario Visivo



You have Successfully Subscribed!

Shares
Share This