Un giorno del 1601 Caravaggio ricevette l’incarico dal marchese Vincenzo Giustiniani di dipingere un quadro che raffigurasse Cupido. Poichรฉ il pittore amava dipingere dal vero, gli venne in mente di rivolgersi al suo collega Orazio Gentileschi per fare indossare al suo modello un paio d’ali che quello possedeva. Gentileschi era il punto di riferimento per tutti i pittori romani poichรฉ amava i costumi e ne possedeva di ogni tipo. Egli aveva una figlia, Artemisia, che allโepoca aveva solo 8 anni: era nata nel 1593, primogenita di quattro figli e unica femmina. Da lรฌ a poco, nel 1605, Orazio sarebbe rimasto vedovo e la ragazza avrebbe dovuto iniziare ad occuparsi della famiglia al posto della sua sfortunata mamma Prudenzia, morta di parto mentre cercava di dare alla luce il quinto figlio.
Era una bellissima ragazza Artemisia, con un corpo florido e folti capelli scuri: il suo fascino preoccupava molto il padre perchรฉ la loro casa era un porto di mare, frequentato da tanti uomini artisti e la societร dellโepoca non era certo improntata al rispetto delle donne. Per questa ragione Orazio assunse Tuzia, una giovane che aveva la funzione di sorvegliare la sua vivace figliola e di aiutarla nelle faccende domestiche.
Artemisia dimostrรฒ un precoce talento artistico che suo padre accondiscese anche se avrebbe preferito lasciare ai figli maschi la propria bottega. La giovane apprese dal padre i fondamenti della pittura: iniziรฒ imparando a macinare i colori, a legare i peli di animale per fare i pennelli, a preparare le tele, come facevano tutti i suoi colleghi apprendisti maschi. Nel 1610 realizzรฒ la sua prima opera interamente da sola: Susanna e i vecchioni. Si tratta di una storia ripresa dall’omonimo episodio biblico narrato nel capitolo 13 del Libro di Daniele che racconta del ricatto tramato da due uomini per potere abusare della giovane. Il tema era di moda nel Seicento, utilizzato come occasione per dipingere il nudo femminile.

Nel 1611 Orazio ottenne un importante incarico per realizzare un affresco allโinterno di una loggia nel giardino del Cardinale Scipione Borghese e si mise in societร con un altro pittore, Agostino Tassi. Mentre Orazio era esperto in disegno di figura, Agostino era un maestro in disegno di scena, specializzato in prospettiva. I due pertanto si compensavano. Artemisia frequentava il cantiere del padre ed รจ per completare la sua preparazione pittorica che Orazio decise di mandarla a bottega dal socio che considerava amico e del quale si fidava. La collaborazione ebbe perรฒ un triste epilogo, la fiducia di Orazio fu tradita e Agostino si dimostrรฒ un mostro, violentando Artemisia e ingannandola, facendole credere che lโavrebbe sposata.
La donna si fece coraggio e denunciรฒ il suo aguzzino, cosa assai inconsueta in unโepoca in cui la violenza di genere era tollerata supinamente. Nonostante le mostruose torture alle quali la pittrice fu sottoposta durante il processo, affinchรฉ dicesse la veritร , poichรฉ allโinizio nessuno credeva alla sua veritร , Tassi fu giudicato colpevole. Era il novembre 1612. Il giorno dopo il verdetto Artemisia sposรฒ Pierantonio Stiattesi: fu suo padre a trovarle marito e ad organizzare questo โmatrimonio riparatoreโ. La coppia dovette allontanarsi da Roma e andรฒ a vivere a Firenze, benchรฉ Artemisia fosse innocente, perchรฉ lโuomo aveva molti amici e lei iniziรฒ ad essere malvista.
In cittร fu apprezzata a tal punto da essere ammessa allโAccademia di Disegno: Artemisia, la donna delle prime volte, prima a far condannare un uomo per stupro fu anche la prima donna ad essere ammessa in unโAccademia.
Tra i prestigiosi incarichi che ricevette in cittร , quello del nipote di Michelangelo Buonarroti, che si chiamava pure lui Michelangelo e che le chiese di dipingere nella propria abitazione che poi era stata quella dello zio, un’allegoria dell'”Inclinazione”, ovvero della naturale predisposizione a saper far bene qualcosa. Chi poteva farlo meglio di Artemisia? Era il 1616. Michelangelo scelse proprio lei e la pagรฒ 34 fiorini, il triplo di quello che aveva pagato altri pittori per lavori simili. A casa di Michelangelo Artemisia strinse importanti amicizie e frequentรฒ persone dotte e aristocratici, come Galileo Galilei e i Medici, che non solo diventarono suoi clienti ma che le permisero di trasformarsi in una dama colta e raffinata.
LโโInclinazioneโ รจ un autoritratto: la pratica di mettersi allo specchio e utilizzare se stessa come modella diventรฒ una delle caratteristiche distintive delle opere di Artemisia. Nel 1620 circa si ritrasse nelle vesti di Giuditta in unโopera che sembra ispirata a Giuditta e Oloferne di Caravaggio e si dipinse anche come Cleopatra. Si ritrasse molte altre volte come le donne della storia che ebbero un rapporto violento e tormentato con gli uomini perchรฉ lei stessa aveva avuto quel rapporto e ne era stata vittima. Mise al centro delle sue opere le emozioni, dando alle sue eroine pose dinamiche, disegnando corpi contorti sotto il peso dei sentimenti: a pensarci bene, quella sua prima opera, Susanna e i Vecchioni, avrebbe dovuto suonare per lei come un triste presagio.
A sinistra Caravaggio, Giuditta e Oloferne, 1599-1602, olio su tela, Roma, Gallerie Nazionali d’Arte Antica, Palazzo Barberini. A destra Artemisia Gentileschi, Giuditta che decapita Oloferne, 1620 c.a., olio su tela, Firenze, Galleria degli Uffizi.
Da questi quadri emerge tutta lโenergia femminile del barocco di Artemisia, fatto di eccessi, bizzarro, violento. Da altre opere invece, sprigiona una luce differente: si tratta degli autoritratti veri, quelli in cui si dipinse come pittrice, come suonatrice di liuto, come la donna che aveva scelto di essere accondiscendendo alla sua โInclinazioneโ. Sono quadri dove parlano gli occhi e Artemisia sembra pensosa, concentrata a dimostrare al mondo le sue abilitร . In Autoritratto come allegoria della pittura del 1638-1639, essa si raffigura di profilo, intenta nel lavoro, in una posizione insolita ma con gli attributi dellโiconologia tradizionale, secondo cui la pittura doveva essere rappresentata come una donna di bellโaspetto con una collana al collo e un medaglione in forma di maschera. Il fatto che non rivolga lo sguardo allo spettatore e si dipinga nel momento dell’ispirazione, del furore creativo, con la tela ancora bianca, ci fa comprendere la modernitร del suo pensiero. I colleghi maschi negli stessi anni producevano autoritratti nei quali erano disposti di fronte al cavalletto, composti e in abiti da gentiluomo. L’immagine di Artemisia รจ invece rivoluzionaria, un’orgogliosa rivendicazione professionale in cui lโartista prevale sulla dama.
La data di morte di Artemisia si colloca negli anni tra il 1652 e il 1656 e rimane ad oggi sconosciuta. Certo invece รจ il debito che il genere femmine ha nei confronti di donne come lei che hanno attraversato la propria esistenza gettando le basi per diritti che ancora oggi non sono sempre riconosciuti.
Laboratorio di Educazione Civica
E ora rifletti.
Sai cosa si intende per โviolenza di genereโ? Sai a quando risalgono le prime leggi in materia? Artemisia fu costretta da suo padre a contrarre un โmatrimonio riparatoreโ. Sai di cosa si tratta? Sai se esistono o se sono esistite leggi in merito?
Se ti interessa approfondire questo argomento, leggi la storia di Franca Viola.
Franca Viola
Franca Viola รจ nata ad Alcamo (TP) nel 1947 e potrebbe essere tua nonna. Verso di lei le donne italiane hanno un debito: fu la prima infatti a rifiutare pubblicamente il matrimonio riparatore, divenendo cosรฌ simbolo dell’emancipazione femminile. Ma cosโera un matrimonio riparatore?
In base ad una legge abrogata solamente nel 1981, se una donna subiva violenza sessuale ma il suo aguzzino si dimostrava disposto a sposarla, la pena era rimessa e il fatto si considerava non compiuto: da qui la locuzione โmatrimonio riparatoreโ. Era l’articolo 544 del codice penale, poi abrogato con la legge 442 del 5 agosto 1981, a decretare per gli stupratori la possibilitร di cavarsela dimostrando la volontร di sposare la propria vittima. Franca era stata violentata ma, come Artemisia, aveva deciso di denunciare la violenza e portare a processo il suo aguzzino. Per approvare la legge 442 ci vollero 16 anni, un lungo cammino che ebbe inizio con la condanna dellโaggressore di Franca a 11 anni di carcere. Soltanto nel 1996 lo stupro passรฒ da reato โcontro la moraleโ a reato โcontro la personaโ. Cosa significa questo?
Significa che prima del 1996 lo stupro era considerato solo nella misura in cui poteva arrecare danni allโimmagine della persona e che non si consideravano le conseguenze fisiche e psicologiche derivanti da un atto sessuale non consenziente. La libertร sessuale, soprattutto delle donne, non veniva considerata come diritto personale.
Purtroppo, รจ doloroso dirlo, ma il cammino per debellare la violenza di genere รจ ancora lungo, ora forse hai qualche strumento in piรน per capire perchรฉ.
Laboratorio “Quelle come me”
Qui sotto trovate la terza scheda del colouring book “Quelle come me”, stampabile su un foglio A4.
Nell’immagine a sinistra potete vedere un particolare dell’Autoritratto come martire, realizzato da Artemisia nel 1615.
Nell’immagine a destra รจ proposto un particolare tratto dall’Inclinazione.
Ora che conoscete la storia di questa donna, potete divertirvi a colorare questi due disegni e fare una piccola galleria d’arte in classe dedicata a “Quelle come me”, o una doppia pagina nel vostro Diario Visivo. In questo modo le artiste invisibili che scegliamo di conservare staranno con noi e dentro di noi e favoriremo la diffusione di una storia dell’arte fondata su una vera paritร di genere. Buon lavoro!

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Risolto, grazie
Mi interesse, insegno storia dell’ arte e mi sembrano spunti interessanti.Grazie
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