Insegnare storia dell’arte ai ragazzi e soprattutto appassionarli รจ una grande sfida.
Io credo che sia importante arricchire la narrazione di aneddoti, permettergli di calarsi nel racconto, incuriosirli. Nelle mie ore di lezione facciamo tantissima lettura ad alta voce di libri di storia dell’arte per ragazzi ma anche di articoli piรน complessi, saggi, albi illustrati, in modo che diventino piano piano autonomi nella comprensione di qualsiasi tipo di testo. Come insegnante voglio fare anche io la mia parte nel combattere l’analfabetismo funzionale e solo l’abitudine alla lettura e all’ascolto puรฒ aiutarli.

Scrivo per i miei ragazzi articoli come quello che segue, li stampo e lavoriamo sul testo con colori diversi per realizzare l’analisi dell’opera d’arte proposta. Nel testo cerco di raccogliere tutte le informazioni che servono e poi con i pennarelli cerchiamo le risposte alle varie parti della scheda. E’ un lavoro lungo, graduale, in grado di condurli alla fine della terza a scrivere in autonomia un testo di storia dell’arte: un lavoro che parte dalla comprensione per arrivare alla produzione scritta.

Afrodite di Cnido รจ la prima opera di cui realizziamo l’analisi partendo dalla comprensione del testo.
Si tratta di una scultura in marmo bianco realizzata dallo scultore greco Prassitele, databile al 360 a.C. circa e oggi nota solo da copie di epoca romana, tra cui si ritiene essere la piรน fedele quella conservata a Roma presso il Museo Nazionale.
Prassitele nacque intorno al 400 a.C. e morรฌ nel 326 a.C.. Fu attivo come scultore dal 375 a.C al 330 a.C. e lavorรฒ principalmente ad Atene. ร documentata la sua collaborazione con il pittore Nicia, che interveniva sulle statue dopo lo scultore per rifinire i particolari con la pittura, in particolare le labbra, gli occhi, e le parti nude.
La storia di questa statua รจ molto particolare poichรฉ Prassitele fece una scelta molto coraggiosa ossia quella di mostrare completamente nuda una donna, la dea della bellezza Afrodite, la dea che i romani chiamarono Venere.
Fino a quel momento nella Grecia antica nessuno aveva mai raffigurato una bellezza femminile nuda, tantomeno una Dea, mentre era cosa comune rappresentare gli eroi maschi senza abiti. Il linguaggio scelto da Prassitele fece scandalo e l’isola di Kos rifiutรฒ di esporre pubblicamente la statua che fu comprata dalla cittadina di Cnido che diventรฒ cosรฌ una meta turistica proprio per la presenza di questa scultura.

La statua รจ alta 205 cm e mostra la divinitร mentre si spoglia per immergersi nell’acqua. Afrodite accenna un sorriso e timidamente sembra nascondersi: secondo i Greci quando un mortale vedeva una divinitร rischiava di diventare cieco, tanto era grande e abbagliante lo splendore degli Dei, ed รจ probabilmente per questa ragione che la pudica Afrodite sembra timorosa.
Prassitele in questa opera dimostrรฒ di conoscere il chiasmo teorizzato da Policleto ed รจ infatti รจ possibile osservare una corrispondenza incrociata tra gli arti: al braccio sinistro che sorregge il vestito corrisponde la gamba destra che sorregge il peso del corpo mentre il braccio destro e la gamba sinistra sono scarichi.
Afrodite sta appoggiando il suo abito su un vaso e questo atteggiamento sbilancia la composizione sulla sinistra, dalla parte della gamba scarica, evidenziando un andamento sinuoso nella composizione.
Si racconta che la bellezza di questa statua sia stata ispirata allo scultore dalla sua amante Frine, giovane di tale fascino da essere nota a tutta la Grecia. Sembra altresรฌ che molti uomini si siano innamorati della statua di Frine/Afrodite e che per il potere che esercitava la statua sulle persone, essa fu ritenuta scandalosa durante gli anni del Medioevo, anni in cui i nudi furono banditi dallโarte che si rivolse esclusivamente a tematiche religiose.
Certo รจ che Prassitele mostrรฒ grande abilitร nel trasformare la fredda pietra in una bellissima donna che sembra viva. Lโopera di questo scultore attesta lโappartenenza della sua opera al cosiddetto secondo periodo della scultura classica, preparatorio della scultura ellenistica vera e propria.
0 commenti