Buongiorno,
il mio nome è Federica Ciribì e sarò l’insegnante di Arte e Immagine di suo figlio/a. Con questa lettera voglio presentarmi e soprattutto raccontarle cosa faremo in classe in questi tre anni insieme.
Perdoni se inizio con una prima parte autobiografica e dal sapore vagamente “curriculum vitae” ma ritengo importante descriverle la strada che ho fatto per arrivare in classe oggi, perché come diceva Alfred Tennyson: “Sono una parte di tutto ciò che ho trovato sulla mia strada”.
Abito a Finale Ligure, sono mamma di due bambini, sono architetto e dottore di ricerca in Recupero Edilizio e Ambientale. Ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Genova e quella di Brera, e la Facoltà di Ingegneria di Pisa, per conseguire tre specializzazioni all’insegnamento.
Amo molto il disegno, la lettura e la scrittura e su questi tre pilastri ho fondato il mio metodo di insegnamento, a cui ho dato il nome Diario Visivo®.
I vostri ragazzi non impareranno nelle mie ore tecniche artistiche o nozioni di storia dell’arte sganciate dal loro mondo.
Il mio obiettivo è coltivare nei giovani la creatività e far sì che la bellezza diventi per loro uno stile cognitivo. Io credo, come insegnate, di non potermi fermare alla trasmissione e valutazione di conoscenze e competenze ma di dover piuttosto favorire nei giovani la riflessione sull’io, stimolandoli a produrre meta-cognizioni che li aiutino a formarsi nella propria identità.
Semir Zeki, celebre neuroscienziato dell’University College of London, ha dimostrato con TAC e risonanze magnetiche cerebrali, che la radice oggettiva della bellezza esiste, è riconosciuta da tutti e si può trovare ovunque. Il mio compito sarà cercare non solo e non tanto, di indicare il percorso per il riconoscimento di tale “bellezza”, quando più di suggerire la riflessione necessaria a distinguere tra essenza e manifestazione della stessa, e spronare la ricerca nel quotidiano della corrispondenza tra bellezza e bontà: non si tratta di un nostalgico ritorno alla Grecia classica ma piuttosto una riflessione su come il benessere di ognuno possa contribuire all’equilibrio del nostro sistema e alla riscoperta di una cittadinanza veramente “etica”.
Ho scelto il nome “Diario Visivo” per il mio metodo perchè coi ragazzi lavoreremo principalmente su uno “sketchbook”, un grande librone con pagine bianche che diventerà il contenitore dei nostri lavori e che documenterà il nostro percorso, conservando traccia di tutte le volte che abbiamo impiegato la creatività per stare bene. Avere una documentazione scritta rende possibile ripetere l’esercizio cambiando le variabili, ricercare nuove connessioni, allargare i confini, trovare nuove affinità e divergenze: il Diario Visivo sarà il nostro esercizio di vita e ci guiderà alla conoscenza di noi stessi, lanciando uno sguardo più curioso e consapevole sul mondo.
L’utilizzo del Diario Visivo è stato lo strumento con cui sono stata vicina ai miei allievi durante i mesi di lockdown, suggerendo lavori che potete visionare sul mio canale Youtube. Spero di avere in qualche modo contribuito al superamento di questo triste periodo: la scrittura diaristica è da sempre considerata un balsamo per il cuore e ricondurre i giovani a questa pratica ormai quasi in disuso, è il contributo che mi sento di voler dare, anche per contrastare il dilagare dei “social”.
Restando a disposizione per chiarimenti o per un incontro, auguro a tutti un buon anno scolastico e porgo Cordiali Saluti.
Federica Ciribì
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